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Il metodo di Sherlock

 Sherlock è la serie tv Netflix, ispirata dai romanzi di Arthur Conan Doyle.

La particolarità di questa serie è che prende una storia ambientata alla fine del 1800 e viene adattata ai giorni nostri, con tanto di cellulari, computer e mezzi di trasporto odierni.







Oltre a questa caratteristica, che rende le puntate molto più scorrevoli, possiamo capire il metodo di Sherlock.

Alla base delle sue intuizioni e il dire sempre la cosa giusta al momento giusto c’è un metodo scientifico. Egli stesso si oppone a Watson quando lo definisce “dilettante”, spiegando come i vari indizi lo aiutano ad interpretare la realtà.

Nell’articolo di oggi vi spiegherò come funziona il metodo utilizzato da Sherlock e quanti altri metodi esistono. Il metodo di Sherlock è, infatti, un vero e proprio metodo scientifico che si serve del ragionamento deduttivo.

Quando si parla di indagine esistono due tipi di approccio:

-          Approccio deduttivo;

-          Approccio induttivo.

Il metodo utilizzato da Sherlock si serve di quello deduttivo.

Cos’è il metodo deduttivo? Come funziona?

Il metodo deduttivo, come quello induttivo, viene utilizzato nella ricerca scientifica. Il ragionamento deduttivo è tipico della ricerca quantitativa. Questo tipo di ricerca parte da un’ipotesi iniziale per poi confermarla o smentirla attraverso dati scientifici. Le fasi della ricerca sono lineari, cioè ad una ne succede un’altra; passa dal disegno di ricerca, alla costruzione della documentazione empirica, all'analisi dei dati e infine alla comunicazione dei risultati.

Nel disegno di ricerca si stabilisce l’ipotesi, si tratta di un’affermazione che attraverso la ricerca potrà essere confermata o smentita. Ad esempio: tutti i criminali sono poveri. Ovviamente non è mai così generalizzata, dovrà essere delineato anche il contesto in cui si opera (geografico, temporale). Esempio: tutti i criminali nel 2008 in Italia erano poveri. Nel disegno di ricerca vengono decise anche altre cose, come le unità di analisi, i concetti chiave, il ruolo del ricercatore.

Una volta stabilito il disegno di ricerca si potrà proseguire con la ricerca vera e propria. Quindi raccogliere i dati analizzarli e poi comunicare i dati.

Le tecniche per raccogliere i dati sono: Fonti statistiche ufficiali, questionario, esperimento.

Alla ricerca quantitativa si contrappone la ricerca qualitativa, che utilizza l’approccio induttivo.

L’approccio induttivo parte dagli indizi per riuscire ad affermare una legge generale. Inizia dal particolare e arriva al generale.

Questo approccio viene utilizzato dall’antropologia che servendosi di interviste e della ricerca etnografica cerca di stabilire una regola generale.

Le fasi di ricerca, in realtà, sono simili alla ricerca quantitativa; differisce da quest’ultima per il processo che è circolare.

I due approcci hanno in comune uno strumento fondamentale: l’osservazione.

Nei romanzi di Arthur Conan Doyle, l’utilizzo del metodo è visto come una novità. Questo perché alla fine del 1800 non era poi così conosciuto e così evoluto: nonostante l’arte della deduzione sia nata già nel 1500, vede la sua rinascita agli inizi del 1900 con Popper che lo prende in considerazione e lo rielabora.

Nella serie tv siamo nel presente e Sherlock si rivela essere comunque un fenomeno nell’utilizzo del metodo, non gli serve utilizzare software per l’analisi dei dati e spesso ricorda le statistiche a memoria, riconosce i segni del corpo e facciali di una persona. Utilizza spessissimo il principio di falsificazione (Popper), prende un assioma e cerca di falsificarlo.

Un esempio, nella prima puntata quando rivela per la prima volta i suoi ragionamenti a Watson, parla dell’incisione sul suo telefono con il nome “Harry Watson” dice di aver scartato la possibilità che potesse essere il padre perché il telefono è troppo giovanile e nuovo. Questo implica che abbia preso in considerazione che il telefono potesse essere del padre e successivamente falsificata con l’indizio dello stato del telefono (è un ultimo modello).

Così avanti a falsificare fino ad arrivare alle cose ovvie! Riesce ad affermare le sue convinzioni con perfetta lucidità e certezza, sempre prendendo in considerazione il margine di errore statistico (questo infatti non toglie che il padre di Watson potesse essere un tipo giovanile, anche se cosa molto molto rara).

Ecco perché il metodo di Sherlock funziona e ci sorprende tutt’oggi. Ovviamente la serie tv è romanzata e la velocità con cui Sherlock nota le cose attorno a lui è sorprendente, ma il metodo esiste ed è scientifico, basato sull’osservazione e su dati scientifici.


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