Passa ai contenuti principali

Errori in Mindhunter: teoria dell'etichettatura

Mindhunter è una serie molto seguita su Netflix, ed è famosa proprio per la sua fedeltà a fatti realmente accaduti di serial killer americani.
Tuttavia ci sono degli errori non indifferenti.

Nella prima puntata di Mindhunter incontriamo Debbie, una studentessa in sociologia che sta per prendere un dottorato. In una discussione con Ford, Debbie cita la teoria dell’etichettatura (o meglio dell’etichettamento), senza spigarne le caratteristiche.


                            


Ma cos’è la teoria dell’etichettamento? Perché è così importante per la criminologia?


Questa teoria fa parte della sociologia della devianza, nasce sotto l’influenza della scuola di Chicago e dell’interazionismo simbolico.
Si tratta di una profezia che si autoavvera.
L’etichetta di deviante, posta su un soggetto o su una classe sociale, diventa un mezzo per spiegare il comportamento criminale. Avere un’etichetta significa attirare l’attenzione del pubblico, il quale condivide quella posizione e la rafforza. A quel punto la persona la interiorizza arrivando ad autodefinirsi con quella definizione, quindi a definirsi deviante.
In breve, chi si autodefinisce con l’etichetta che gli è stata posta dalla società, non farà altro che ripetere gli stessi comportamenti, per rispettare l’immagine che ha di sé. Ripete quei comportamenti perché deve ricoprire quel ruolo e ogni tentativo di cambiare è vano, arrivando ad auto sabotarsi.
Un esempio di questo meccanismo lo possiamo trovare in TV, in una sit-com famosissima “I Simpson”. Bart è il figlio più ribelle di Homer Simpson, nonostante i molteplici tentativi di uscire dalla propria etichetta si ritrova a ricoprire sempre il ruolo di ribelle e bambino dispettoso che gli è stato attribuito in famiglia e a scuola, quindi dall’intera società. Bart è fiero di essere quello che è, poiché è coerente con l’immagine che si è fatto di sé e della società.

Perché viene citata questa teoria in Mindhunter?


Per poter rispondere a questa domanda faccio qualche accenno all’adattamento italiano della serie.
In primo luogo, viene utilizzato il termine etichettatura e non etichettamento.
Questa scelta non saprei come spiegarla, potrei ipotizzare qualche problema di labiale. Nel doppiaggio è comune cambiare alcuni termini, in fase di adattamento, per far coincidere (almeno in parte) il labiale con le parole. Quindi aiutare il doppiatore ad essere più coerente possibile all’attore.
In questo caso, però, l’etichettatura o teoria dell’etichettatura, in sociologia, non esiste.
Inoltre, nella versione originale mentre Debbie e Ford parlano delle loro rispettive occupazioni, Debbie gli dice “What do you think about Durkheim labeling theory on deviancy?”
Letteralmente significa “Cosa ne pensi della teoria dell’etichettamento di Durkheim sulla devianza?”
Mentre in doppiaggio diventa “Cosa ne pensi della teoria di Durkheim sulla devianza?”
Tralasciando questa omissione del nome della teoria e prendendo in considerazione la versione originale, possiamo vedere come la sua domanda sia provocatoria.
Ford è un federale e insegna criminologia ai suoi inferiori. Lavora sul campo e allo stesso tempo si occupa della teoria.
Debbie con quella domanda voleva sottintendere che ad etichettare i criminali sono proprio i federali come Ford. Quindi il riferimento all’etichettamento è essenziale per capire il messaggio.
Perciò continua dicendo “se sei davvero un insegnante dovresti rifletterci”.
È una provocazione all’intera categoria delle forze dell’ordine, quindi a Ford.
In precedenza, abbiamo detto che la teoria dell’etichettamento nasce con la scuola di Chicago e l’interazionismo simbolico.

Perché nella serie si parla di Durkheim, il quale è vissuto prima della scuola di Chicago?


Questa piccola incoerenza è data dalla sceneggiatura originale. La teoria dell’etichettamento non è stata fatta da Durkheim, ma si basa sul pensiero che Durkheim aveva della devianza. Successivamente nasce da altri autori facente parte, appunto, della scuola di Chicago.
Per questo motivo nella serie non viene data una vera e propria definizione di etichettamento, ma viene spiegato semplicemente il pensiero di Durkheim sulla devianza. Per di più, definizione presa dalla pagina Wikipedia inglese che parla della teoria dell’etichettamento (labeling theory).

Commenti

Post popolari in questo blog

Quale serial killer è Brian Moser?

La serie TV Dexter (2006 al 2013) racconta le avventure dello psicopatico e serial killer Dexter Morgan . Grazie ad un codice insegnato dal padre adottivo e poliziotto, Harry Morgan, Dexter riesce a vivere in società senza particolari problemi. In un recente articolo ho analizzato il personaggio di Dexter . Oggi, invece, voglio analizzare un altro personaggio:  Brian Moser , chiamato anche  Rudy Cooper . Si tratta del fratellastro di Dexter . Anche lui un serial killer . A primo impatto, già esteticamente ho notato una grande somiglianza tra il personaggio della serie TV e un serial killer realmente esistito, ebbene sì, parlo di Richard Ramirez . Cosa hanno in comune queste due persone, oltre alla somiglianza estetica? Ci sono degli elementi che mi fanno pensare, che i produttori di Dexter , si siano ispirati a Richard per costruire il personaggio di Brian , In primo luogo, sono entrambi dei serial killer .  In secondo luogo, la storia di vita molto simile. - Entra...

Richard Speck, la storia del serial killer nella prima stagione di American Horror Story

 American Horror Story ha catturato l'attenzione di molti, in questo articolo vi racconto la vera storia del serial killer Richard Speck.              Nella serie TV  American Horror Story , vengono rappresentati diversi  serial killer  davvero esistiti, tra cui  Richard Speck .   La storia di Richard Speck è in parte presente nella prima stagione di American Horror Story, viene rappresentata come la sotto trama che fa da sfondo alla narrazione principale. Storia di Richard Speck Ma chi era Richard Speck? Speck nasce nello stato dell’Illinois il 6 dicembre 1941, con il nome di Richard Benjamin Speck Nasce in una famiglia numerosa, è il settimo di otto figli. Quando aveva sei anni muore suo padre, Franklin Speck, per un arresto cardiaco. Da qui la vita di Richard cambia radicalmente, lui era molto legato al padre che era un lavoratore e un buon padre. Tuttavia, poco dopo, la madre si risposa con Ca...

7 buoni motivi per guardare American Horror Story se ti piace la criminologia

American Horror Story è una serie TV horror, nasce nel 2011 ed è ancora in corso. Non è la solita serie horror, ha in sé diversi elementi che la rendono unica nel suo genere. Ecco, 7 buoni motivi per vedere American Horror Story se ti piace la criminologia: 1) L'ombra L'ombra, in gergo criminologico, è quella parte di noi che è l'insieme dei nostri conflitti interiori. American Horror Story ti fa entrare in contatto con l'ombra, mostrandoti le storie dei diversi personaggi e la loro parte più vulnerabile. 2) Non ci sono buoni o cattivi Nella serie TV non c'è una netta distinzione tra buoni e cattivi. Ogni personaggio ha la sua storia che include paure e ansie, vittorie o sconfitte, modi di reagire agli avvenimenti che possono essere giusti o sbagliati. Si può simpatizzare di più nei confronti di un personaggio piuttosto che di un altro, ma tutti hanno le proprie colpe e le proprie responsabilità. 3) Il mistero Nulla è come semb...